2016 / 2 settembre

Privacy online: alcuni spunti


vignetta-privacy-online

“Se è su Internet, non è privato”

Ieri su Facebook un’amica mi ha taggato in un post che rimandava ad un link per chiedere il mio parere riguardo ad alcune questioni riguardanti la privacy online.

La sua domanda era riferita in particolar modo alla privacy online su Facebook e WhatsApp, anche se non riguardava la questione del passaggio di dati da WhatsApp a Facebook che abbiamo già trattato nei giorni scorsi.

Il link in questione parla di mamme che postano le foto dei loro figlie il commento a cui sono stata chiamata a rispondere diceva:

Sempre pensato e non intendo mettere foto sui social… potremmo però anche aprire il capitolo delle foto scattate in occasioni particolari per esempio nelle parrocchie, tipo battesimi, comunioni, estate ragazzi, campiscuola, o durante eventi sportivi per i bimbi che fanno sport, ecc… certo, lì firmi la privacy, ma resta il fatto che quelle foto sono a disposizione di chiunque! In tutto questo però mi chiedo: e per quel che riguarda wapp? Come foto del profilo per quanto mi riguarda vale lo stesso discorso, ma per le foto inviate con i messaggi…?

Privacy online, non solo (ma anche) Facebook

Quella della privacy online è una questione davvero molto complessa. Perché è diventato difficile per la legge riuscire a tenere il passo e mettere dei limiti, è diventato difficile per noi utilizzatori continuare ad avere una reale percezione della problematica e una reale consapevolezza di come le nostre azioni possono nuocere noi e gli altri.

Partendo dalle domande a cui sono stata chiamata a dare un’opinione, ho formulato un po’ di pensieri che mi sembra utile condividere.

Privacy digitale: due punti fermi

Innanzitutto credo che si debba partire da due assunti nuovi, per la privacy che riguarda il nostro vivere digitale.
Primo. Una volta che abbiamo dato un nostro dato (sia anche una fotografia), di questo dato abbiamo perso per sempre il controllo. Pensiamo a Facebook: crediamo di essere in una botte di ferro per il fatto di aver impostato la privacy di un post su “Solo amici”. E cosa ci vuole che con un minimo di competenza qualcuno faccia uno screenshot e poi magari lo ricondivida? E cosa ci vuole che un nostro amico clicchi su “Condividi”?
Se ci pensiamo, non è niente di nuovo: un tempo parlando con una persona potevamo avere in borsa un registratore. Ciò che secondo me è cambiata è la percezione che abbiamo della faccenda. Possiamo fare velocemente (e teniamo conto che il tempo è un fattore molto importante nel cambiamento di percezione) uno screenshot? Non mi pongo più il problema se sto facendo qualcosa di male o se già con questo gesto sto invadendo la privacy di qualcun altro.
Quindi, come mi piace dire quando parliamo di media education con i giovani ed i ragazzi (ma anche con gli adulti), “pubblicare” e in generale condividere qualcosa equivale a metterlo dentro ad una bottiglia e buttarla in mare: nessuno di noi sa dove arriverà.

Il secondo punto è conseguenza del primo: ognuno di noi diventa responsabile della privacy degli altri, più di quanto lo fossimo prima perché maggiori sono oggi gli strumenti che dobbiamo imparare a controllare. Giusto in questi giorni sulla mia timeline Facebook mi suggeriva di ricondividere una foto di qualche anno fa in cui ero taggata. In questa foto c’era anche una persona non iscritta a Facebook e mi sono chiesta: chissà se le farebbe piacere sapere che ci sono sue foto che girano su FB.

La domanda a cui sono stata chiamata a rispondere considerava anche altri aspetti … ma saranno materiale per un prossimo articolo 😉

Intanto se vi ho suscitato qualche spunto / idea / punto su cui non siete d’accordo … i commenti sono aperti proprio per poter continuare il dialogo.

 

No comments so far.

LEAVE YOUR COMMENT